Cultura Indiana

Maha Shivaratri

Uno dei momenti più sacri ed importanti nella tradizione hindu è rappresentato dalla festa di Maha Shivaratri, la notte spirituale di Shiva (o la grande notte di Shiva, come indica letteralmente il nome).

Essa cade nella notte che precede la luna nuova tra i mesi di febbraio e marzo e quest’anno verrà celebrata il 4 Marzo.

Ci sono molte leggende mitologiche associate a questo giorno.

Una leggenda popolare narra di un cacciatore che non riusciva a trovare nessuna preda nella foresta, così si mise ad aspettare seduto sul ramo di un albero di limonia. Per attirare i cervi iniziò a lanciare le foglie dell’albero per terra, ignaro di uno Shiva Lingam posto sotto l’albero. Appagato dal dono delle foglie e della pazienza dimostrata dal cacciatore, si ritiene che il Signore Shiva apparve di fronte a lui benedicendolo con la sua saggezza. Da quel giorno in poi, il cacciatore smise di mangiare carne.

Un’altra leggenda (Samudra Manthan) associata a questa festa narra di come Shiva, con i suoi poteri yogici, salvò il mondo bloccando nella sua gola tutto il veleno in cui si era trasformato l’oceano durante il processo di creazione del nettare dell’immortalità, assumendo il colore blu con cui viene rappresentato in certe icone.

Tale festività è associata anche al matrimonio tra Shiva e Shakti (i due elementi principali della dottrina tantrica) e mette in risalto la grandezza di questa divinità, si narra inoltre che, durante questa notte, il dio danzasse la Tandava, la danza cosmica associata al ciclo della creazione e che trova la sua rappresentazione nell’icona più classica della tradizione indiana, lo Shiva Nataraja.

Secondo la tradizione, nel giorno della festa, i templi si riempiono di persone fin dalle prime ore del mattino, vengono celebrate le puja ai lingam chiedendo favori alla divinità. E’ anche usanza fare un bagno rittuale alle prime luci dell’alba, nel Gange o in qualsiasi altra fonte d’acqua, per mondare lo spirito dai propri peccati. In particolare, sono sei i riti che vengono celebrati al cospetto dei lingam:

  • viene eseguito un lavaggio rituale con acqua, latte e miele, a rappresentare la purificazione dell’anima;
  • viene poi applicata della pasta di sandalo, a rappresentrea la virtù;
  • vengono offerti dei frutti, a rappresentare la longevità;
  • viene bruciato l’incenso, per richiedere fortuna;
  • vengono accese delle lampade, per richiedere l’ottenimento della saggezza;
  • infine, vengono riposte foglie di betel, a rappresentare  il soddisfacimento dei piaceri mondani.

I devoti si decorano la fronte con tre strisce di cenere (Tripundra) a rappresentare la conoscenza spirituale, la purezza dell’anima e la penitenza, ed usano indossare un mala fatto con semi di rudraksha, la cui pianta di origine si narra fosse nata dalle lacrime del dio Shiva.

Il mantra più celebre recitato in questa occasione è:

Om Namah Shivaya

una formula recitata sia in questa maniera semplice, che come verso nei canti devozionali o bhajan.

Riporto di seguito alcuni di questi canti:

Shiva è notoriamente il dio distruttore nella religione induista, distruzione intesa come cambiamento, quindi questo giorno – induisti o meno – rappresenta un’occasione per formulare i nostri migliori auspici, i nostri desideri di cambiamento per questo anno da poco iniziato.

La vita è un continuo mutamento e noi ne facciamo attivamente parte, siamo gli artefici del nostro destino.

Om Bam Bolo

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